venerdì 12 settembre 2014

Un tuffo negli "Anni folli"



Cari amici come va?
Come sempre in questo periodo a mezza via tra la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno, io oscillo tra l'inquietudine e la malinco-noia. Non mi piace il clima, indeciso tra afa e fresco, con le zanzare agguerrite nello sferrare gli ultimi attacchi, e non mi piace l'atmosfera che vede tutti impazziti in macchina, per le strade, tutti presi dalla frenesia perchè riaprono  le scuole e ricomincia il lavoro.
Eh sì, mi sto lamentando per nulla: mi sento un po' antipatica e rompiscatole... Il rifugio nella lettura e nella creatività è, come sempre, il miglior antidoto.

La scorsa settimana ho partecipato con il banchetto dei bijoux di Laboratorio Oltremare ad un festival musicale di 4 serate. Abbiamo fatto le ore piccole per quattro giorni ed è stato stancante, però l'entusiasmo dei preparativi è sempre un toccasana per scacciare le malinconie di periodi come questo.

Ho rifatto l'allestimento del mio banchetto, prendendo spunto dagli orecchini con le stampe della moda anni '20 che creai durante l'inverno e che mi piacciono sempre tanto... Eccoli qua:http://laboratorioltremare.blogspot.it/2014/03/bijoux-per-inguaribili-romantiche.html




Ne ho fatti altri meno minimali per le amanti delle perline e degli orecchini vistosi; a me piacciono in particolare indossati dalle ragazze con la chioma lunga e fluente:



L'aspetto più divertente è stata la progettazione e la realizzazione di un espositore per orecchini a forma di grammofono, fatto con il cartone degli scatoloni del negozio di alimentari all'angolo della via... Guardate che carino!


E  poi, da un'ideona del mio compagno, è nata Emily, altrimenti detta "La Signorina", ossia una scatola - di cartone riciclato, naturalmente - che contiene una di quelle cornici che fanno scorrere le foto digitali con accompagnamento di musica jazz anni '20.





Ed ecco Emily in tutto il suo splendore, con la classica cloche decorata da una vezzosa rosa di carta, i guanti neri, l'immancabile collana lunga di perle e gli occhi truccati di nero, come voleva la nuova moda dell'epoca, in aperto contrasto con il vecchio gusto che apprezzava solo le ragazze acqua e sapone.




Il festival era dedicato alla sostenibilità ambientale, al riciclo e al risparmio energetico, quindi il mio banchetto fatto di oggetti creati con la carta riciclata era al posto giusto. L'unica preoccupazione, con tutto quel materiale sensibile all'umidità, era costituita dal pericolo pioggia e temporali, ma stranamente in quei quattro giorni il tempo è stato clemente.



In queste serate erano presenti anche alcuni banchetti con specialità gastronomiche antiche o sconosciute ai più. Io sono rimasta colpita dalle miasse, un piatto povero proveniente dal Piemonte; si tratta di una sfoglia sottile di farina di mais e acqua -in pratica è come la polenta- cotta su piastre arroventate dal fuoco e farcita con un formaggio locale tipo ricotta, insaporito da un gustoso mix di spezie come cumino, peperoncino, semi di finocchio... Che bontà amici! Peccato che non riuscirò mai a rifarla in casa, perchè ci vuole molta abilità per fare sfoglie di polenta così sottili riuscendo a cuocerle rigirandole sul fuoco!


Per oggi vi saluto, carissimi... A presto!





Giorgia

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