giovedì 25 giugno 2015

Erbe ed acque magiche nella notte di San Giovanni

Dipinto di Sophus Jacobsen

Ieri era il 24 giugno, una data significativa per il calendario cristiano perché corrisponde alla natività di San Giovanni Battista. Per la tradizione popolare del territorio in cui vivo, e dei monti Lessini, in particolare, questo giorno così vicino al solstizio d'estate, un tempo era data di incantesimi e prodigi legati al mondo vegetale. In questo periodo dell'anno la natura esulta e nella notte tra il 23 e il 24 giugno si credeva che le erbe selvatiche  assorbissero un potere speciale, perciò all'alba le donne si recavano nei prati e nei boschi a raccogliere fiori e foglie imperlati di magica rugiada per farne infusi  dalle proprietà benefiche per il fisico e la mente.

Dipinto di J. W. Waterhouse

Il giorno di San Giovanni si raccoglievano le noci giovani per fare il nocino. Si ponevano 19 noci tagliate in 4 parti con il guscio e la buccia verde a macerare in 350 g di alcol a 95°. La mattina seguente si aggiungevano 4 chiodi di garofano, cannella e scorzette di limone. Dopo una decina di giorni venivano aggiunti 500 g di zucchero sciolto in acqua calda. Infine si imbottigliava e trascorsi tre mesi  si poteva gustare il nocino.

In questa occasione si raccoglieva anche l'iperico (Hypericum perforatum), una pianta chiamata  Erba di San Giovanni, appunto.




Fin dall'antichità a questa piantina venivano attribuite virtù che sfociavano nell'arcano, tanto da meritare l'appellativo di cacciadiavoli o cacciastreghe .
Si mettevano a macerare per una settimana 5 manciate di iperico in olio d'oliva. Si aggiungeva poi un quarto di litro di vino bianco  e si poneva a bollire a bagno maria fino all'evaporazione dell'alcol. Si otteneva così un olio  di colore rosso che serviva durante l'inverno per lenire numerosi disturbi come  dolori reumatici, scottature ed infiammazioni.

Anche le acque si caricavano di virtù prodigiose durante la notte di San Giovanni. Le donne si alzavano prima dell'alba e si recavano nei campi  portandosi appresso delle pezzuole di cotone  che passavano sull'erba per raccogliere la rugiada. Gli stracci venivano strizzati e il liquido raccolto in un recipiente. Quest'acqua era aggiunta all'impasto del pane per favorire la lievitazione e come protezione contro  i malanni; inoltre era usata dalle massaie per lavarsi gli occhi ed attenuare le rughe.


Le antiche fontane sparse nei  borghi e nelle contrade catalizzavano l'energia vitale presente in questa notte misteriosa. Davanti ad esse gli sposi novelli si baciavano per propiziare la felicità coniugale, mentre le donne che avevano da poco partorito vi si recavano per bagnarsi in segno di rinnovamento.

Si credeva che le donne nate il giorno di San Giovanni fossero destinate a sviluppare doti divinatorie.

Dipinto di Waterhouse

Oggi le antiche credenze che vi ho descritto sono in gran parte dimenticate; tuttavia esiste ancora qualcuno che cerca di mantenerne la memoria.

In alcune parti della Lessinia la sera del 23 giugno si celebra la suggestiva Festa del Fuoco durante la quale grandi falò vengono accesi, mentre intorno le ragazze danzano in cerchio.
I montanari credevano che questi fuochi avessero il potere di scacciare gli spiriti maligni nascosti anche negli angoli più bui di stalle e granai.

Festa del fuoco a Giazza - foto quotidiano L'Arena

So di una signora molto anziana del mio paese che la mattina di San Giovanni mantiene l'abitudine di recarsi molto presto  nei campi a raccogliere la camomilla  e la malva bagnate di rugiada per farle seccare al sole estivo ed ottenere buone tisane.

Ed è stato proprio l'interesse per l'usanza di questa signora ad ispirarmi  un post sulle tradizioni della notte di San Giovanni, dalle quali sono sempre stata affascinata. Pensate che i suoi figli  non sapevano nemmeno perchè la madre di alzasse all'alba con l'unico scopo di raccogliere una manciata di erbacce!


E voi, amici, conoscete qualche rito legato a questa magica notte? Nelle vostre zone si accendono i fuochi?


Alla prossima!


Giorgia





domenica 21 giugno 2015

I colori dell'estate



Ieri, verso sera, si è alzato un vento fresco che mi ha costretta ad indossare una felpa sopra la maglietta, durante la passeggiata sulla collina della chiesetta di Madonna del Monte.

Il cielo era mutevole e misterioso. Grossi nuvoloni grigi segnalavano un temporale nelle vicinanze... Ma, all'improvviso, ecco spuntare un bellissimo arcobaleno!


I colori della campagna nella luce del tramonto di inizio estate apparivano in tutta la loro sfolgorante bellezza.



Una gioia per gli occhi ed un balsamo per l'anima.



Al ritorno, ho preparato per cena un risotto fumante con funghi porcini e prezzemolo: tutto quel vento ci aveva fatto venir voglia di un piatto caldo.



Buona estate, amici!


Giorgia

domenica 14 giugno 2015

Tempo d'estate

Buona domenica, amici miei!
Questo inizio di giugno cerco di godermelo in tutti i suoi aspetti. Il caldo afoso, i temporali, la frutta estiva, i vestiti leggeri, lo smalto rosa acceso sulle unghie... Mi ricordo che, quando ero ragazzina, il pomeriggio dell'ultimo giorno di scuola, gettatati quaderni e cartella in un angolo, le prime cose che facevo erano indossare sandali e pantaloncini corti e mettermi lo smalto sulle unghie! Era una specie di rito che voleva dire libertà. Quanto era bello quel momento! Il pranzo si trasferiva sul tavolino in cortile sotto il pino e la piccola piazza dove abitavo era satura dell'odore dolce dei tigli in fiore. Poco lontano da dove abito oggi, c'è una fila di tigli, il profumo dei loro fiorellini mi ha riportato alla memoria questi ricordi lontati.

 Adesso mi sento un po' come allora, quando possedevo poco passato da rivangare ed al futuro non ci  pensavo: tutta la felicità si concentrava sul momento presente.
 Sì, è una banalità, cari amici, però stare completamente nel qui e ora, assaporando l'istante che stiamo vivendo, dona molta serenità ed è una delle cose più difficili da imparare. Io mi sto esercitando.


Vi faccio vedere i bijoux che ho creato per l'estate. Collane, orecchini, bracciali. Ora sto realizzando un anello con gli stessi colori.

Avevo in casa una collana di perle rosse, che ho smontato, e molte perle in legno sui toni del blu e dell'azzurro; mi sono accorta che questi due colori insieme stanno benissimo, mi fanno pensare alle barche ed al mare.


Bracciali con pietre dure, perle in vetro e charms a forma di pesciolino e stella marina.



Collane lunghe, tipo chanel... Qui sotto  vedete indossata quella che ho realizzato per me.



Orecchini con perle di legno colorato.





E voi? Quali sono i vostri ricordi più belli legati all'inizio dell'estate?


Un caro saluto a tutti!


Giorgia

sabato 6 giugno 2015

Mistero a teatro

Il nostro palco prima dello spettacolo del 3 giugno


Sicuramente ho già raccontato nel blog della mia passione per i vecchi racconti di fantasmi, quelli che, secondo la tradizione anglosassone, venivano letti la sera della vigilia di Natale, alla luce del fuoco, mentre si aspettava mezzanotte. Ne ho letti decine e ne ho scritto qualcuno, finora sempre rimasto chiuso nel cassetto. Comunque, nonostante questo interesse per gli spettri, la sottoscritta è sempre stata e rimane scettica  per tutto ciò che riguarda il paranormale. Se non vedo non credo e non mi è mai capitato di vedere alcunchè.

Quello che mi accingo a raccontare in questo post è un piccolo episodio, realmente accaduto al mio compagno e al suo amico e collaboratore Mauro, nel tardo pomeriggio di martedì 2 giugno, pochi giorni fa. Per dare una spiegazione a questo episodio sono state fatte varie ipotesi, nessuna delle quali, alla luce di tutti gli elementi, risulta soddisfacente.

Il mio compagno non si può definire assolutamente un credulone o un individuo suggestionabile, inoltre non gli piacciono le storie di fantasmi e non le legge, quindi non si può in alcun modo sostenere che egli sia stato influenzato da uno di questi racconti, come, invece, si potrebbe dire se il fatto fosse accaduto a me. Eppure, quando me lo ha raccontato gli è venuta la pelle d'oca, l'ho vista con i miei occhi!  


Veniamo ai fatti.
Il mio compagno è un musicista e gestisce una piccola scuola di musica con la quale anch'io collaboro in caso di necessità, quando sono libera dai miei impegni. Come ogni anno a giugno si organizza un concerto degli allievi aperto al pubblico. Da cinque anni affittiamo sempre lo stesso teatro, per due giornate: una dedicata all'allestimento del palco, la seconda dedicata allo spettacolo. Alla fine si smonta tutto e si riconsegnano le chiavi al custode. Il teatro non è molto grande, non è antico, è situato in un piano seminterrato sotto una chiesa; per accedervi bisogna scendere parecchie scale. Questo, oltre all'insonorizzazione che ovviamente un teatro deve avere, fa sì che dalla strada non arrivino rumori e suoni all'interno, e viceversa.
 
Martedì 2 giugno il mio compagno e Mauro si trovavano lì fin dal mattino, impegnati nelle operazioni di allestimento e preparazione del concerto. Per paura che qualcuno si introducesse nel teatro e rubasse qualcosa, erano chiusi a chiave dall'interno. Erano soli... o così credevano!

                                         

Ad un certo punto udirono distintamente un rumore di passi affrettati, come di qualcuno che corresse, sulle scale interne nel corridoio che dalla platea conduce ai bagni. Sì, proprio così: una corsa e poi una lieve risata di bambino. Subito dopo un breve disturbo elettrico colpì a turno, una dopo l'altra, le casse dell'impianto audio sul palcoscenico: zzzzzzzzz... e poi silenzio.
Il mio compagno ed il suo amico si guardarano in faccia, un po' sbigottiti.
"Hai sentito?"
"Sì"
"Ma c'è qualcuno!"
Lasciati immediatamente cavi ed attrezzi, andarono insieme a controllare le scale, i bagni, i camerini e tutto il teatro; la porta d'ingresso era chiusa a chiave, all'esteno non c'era nessuno. A parte loro due, non c'era anima viva in tutto l'edificio.
Per riprendersi dallo stupore decisero di fare una pausa ed andarono a bere un caffè in un bar. Al loro ritorno, non trovarono nulla di strano, tutto era silenzioso e tranquillo.

La sera il mio compagno me lo raccontò e mi mostrò sul braccio la pelle d'oca che il ricordo di quello strano episodio gli provocava. Confesso che sono rimasta colpita.

Voi che ne dite? Vi è mai capitato di "sentire" qualcosa?


Un caro saluto


Giorgia

martedì 2 giugno 2015

Ci impongono una visione del mondo come unica possibile

Il mio menù dell'Independence Day -Giornata dell'Indipendenza Alimentare e dell'Autoproduzione



Eccomi amiche! Ho guardato le vostre ricettine per l'Independence Day e devo dire che c'è davvero da leccarsi i baffi! Siete state molto brave ed originali nelle proposte; io, invece, avrei potuto fare di meglio...  Ma vediamo cosa ho preparato. Come da regolamento, tutti i prodotti che ho utilizzato sono biologici, oppure, visto che purtroppo non possiedo un orto ma solo un terrazzo con qualche smunta pianta aromatica, comprati al banchetto del contadino al mercato settimanale. Unica eccezione fatta per i prodotti che avevo già in casa, come formaggio Grana Padano, caffè, burro che avevo acquistato al supermercato la settimana precedente ed, ovviamente, non aveva senso ricomprare al negozio biologico.
 Il mio menù è completamente vegetariano.

Colazione:  caffè con pan brioche fatto in casa e marmellata di fragole autoprodotta.


Questa ricetta per il pan brioche è la mia preferita, la faccio spesso con la macchina del pane (ma si può fare senza, anche se  così richiede molto più lavoro) non è una mia invenzione, io l'ho imparata dal blog  di Monica ed il prodotto è fantastico! Il pane risulta profumato, morbido, si conserva per circa una settimana. Dopo qualche giorno, quando  non è più freschissimo,  scaldo le fette su una piastra prima di spalmare la marmellata e in questo modo il pan brioche riacquista la sua fragranza. L'unica aggiunta che ho fatto alla ricetta originale è stata mezza bustina di buccia di limone essiccata che proviene da un cesto di prodotti biologici, graditissimo regalo del Natale scorso.

Pranzo: gnocchetti di farina di farro (biologica, macinata a pietra) ed erbette aromatiche, conditi con burro della Lessinia e salvia del mio terrazzo.







Con questa ricetta si preparano degli gnocchetti semplici ma veramente saporiti e consistenti, servono pochissimi ingredienti.

dosi per 2/3 persone

200 g di farina di farro
200 g di acqua
un cucchiaio di erbe aromatiche essiccate (il mio era un mix di timo, rosmarino, salvia, maggiorana, alloro, finocchio, ginepro, santoreggia, prezzemolo)
sale
pepe

Far bollire l'acqua salata ed aggiungere gli aromi; togliere dal fuoco e versare la farina mescolando bene fino ad ottenere un composto lavorabile con le mani.


Creare dei rotolini e tagliare gli gnocchi.


Cuocerli in acqua salata fino a quando dal fondo della pentola salgono in superficie, scolarli e condirli a piacere.



Io li ho insaporiti con burro, salvia, formaggio Grana e un pizzico di pepe, però sono sicuramente da provare anche con altri condimenti, come un semplice sugo pomodoro e basilico o il pesto alla genovese.

Cena: pizza fatta in casa con stracchino bio, pomodorini e basilico fresco.


Conclusioni:  un'idea da pubblicizzare per far capire che un altro stile di vita è possibile. Non sempre si può cucinare tutto in casa; per fare questo con costanza ci vogliono passione, tempo e, soprattutto, consapevolezza, cosa che a molte persone di mia conoscenza manca del tutto. Il Giorno dell'Indipendenza Alimentare è quindi una bella iniziativa educativa.



A presto!



Giorgia