mercoledì 23 settembre 2015

Giochi di una volta

Foto trovata su Pinterest

Domenica si è concluso nella mia città il Tocatì  il festival internazionale dei giochi in strada che ogni anno attira migliaia di partecipanti. Io non ci sono andata perchè nei giorni della manifestazione le vie e le piazze sono immerse nel caos; un caos colorato e gioioso, certo, ma sempre caos rimane, e a me non piace. Inizialmente il festival partì come una semplice festa dedicata ai giochi di una volta, quelli che si facevano prima dell'arrivo di video game, computer, telefonini e compagnia bella, quando ci si trovava tutti, dopo aver svolto (in fretta) i compiti e si giocava in strada, con la bici, il pallone, oppure "alle signore" utilizzando vecchi vestiti della mamma...

Per  fortuna questi giochi, pieni di fantasia e creatività, li ho fatti anch'io. Erano quelli più semplici, talvolta realizzati senza nemmeno l'uso di giocattoli veri e propri, che ricordo con nostalgia come i più divertenti.

Mi è venuta voglia di raccontarveli  in questo post.


Il fantasmino 

Spesso serviva davvero poco per trascorrere dei pomeriggi super divertenti. Un vecchio cucchiaio di legno, uno straccio bianco, un elastico e un pennarello nero  era tutto ciò di cui io e le mie amichette necessitavamo per creare i nostri Fantasmini, compagni misteriosi con i quali vivevamo mirabolanti avventure. Il Fantasmino di solito si cacciava nei guai e noi dovevamo aiutarlo, oppure eravamo noi ad essere in pericolo e lui con i suoi poteri speciali veniva a salvarci. Nelle sere d'estate giocare al Fantasmino era il massimo: con il buio questo "amico" assumeva un aspetto quasi magico; le avventure che inventavamo diventavano leggermente paurose ed il gioco si trasformava in qualcosa di favoloso: ci sentivamo trasportati in un'altra realtà. La notte lo portavo a dormire con me. Per qualche giorno esisteva solo il Fantasmino; poi l'incantesimo svaniva e "lui" tornava ad essere un banale mestolo di legno.




Le pentoline

Ho scovato in rete la foto di questo set della Tupperware e sono stata assalita da un'acuta nostalgia. Ne possedevo uno uguale ma lo avevo completamente dimenticato. Quando l'ho visto mi sono tornate in mente le innumerevoli giornate estive passate a preparare intrugli a base di fango e foglie con le pentoline! La mia nonna si arrabbiava molto perchè staccavamo le foglie dalle sue bellissime ortensie per preparare i nostri inguardabili manicaretti... Ma come resistere a quelle foglie larghe e lucide, perfette per fare le cotolette impanate con la sabbia? Inutile, lei non poteva capire e andava su tutte le furie quando trovava le sue povere piante tutte spelacchiate.





Giocare "alle signore o alle contesse" 

 Ecco un altro gioco per cui non serviva acquistare nulla, bastava aprire un vecchio baule e il divertimento era assicurato. Ricordo vestiti che a me sembravano magnifici fatti con vecchie tende a pois verdi e mollette da bucato. Una volta mia sorella piccola ruzzolò fino in fondo alla scale dell'ingresso con addosso un paio di sandali viola con tacco a spillo della mamma, e stretto in mano un gelato che incredibilmente riuscì a non far cadere:  meglio la morte che rinunciare al cremino!
 
Gli scherzi alla nonna 

Illustrazione tratta da Il giornalino di Giamburrasca di Vamba

 Devo riconoscere che mia nonna era una vittima. Infatti, oltre a rovinarle il giardino a cui lei teneva moltissimo, quando con mia sorella ci veniva l'idea di giocare a fare gli scherzi ne combinavamo come Gianburrasca. Una volta creammo con del filo trasparente una ragnatela davanti alla porta chiusa della sua stanza da letto, poi aspettammo che rientrasse, ansiose di vedere l'effetto. La nonna arrivò e andò diretta verso la sua camera, aprì la porta e cacciò un urlo trovandosi inaspettatamente avvolta da metri di filo invisibile. Un'altra volta, di sera, io mi nascosi all'interno dell'armadio e mia sorella si ficcò sotto il letto. E quando la nonna si mise sul letto con la luce spenta preparandosi a dormire, io balzai fuori dall'armadio facendo un gran baccano! La nonna fece un salto e si sedette sul lato del letto tutta spaventata, a quel punto mia sorella con le mani fredde afferrò  le sue caviglie facendola spaventare ancora di più! Gli scherzi potevano andare avanti per giorni e la nonna ci cascava sempre. Alla fine, comprensibilmente stufa, la povera donna andava a lamentarsi con i nostri genitori e allora scattava la punizione.

Gli animaletti parlanti




Ma il gioco più bello fu senza dubbio quello degli animaletti di gomma che noi facevamo parlare come le persone, con una vocetta in falsetto. Eccoli nelle foto, erano proprio loro: il maialino Satanìn (cioè piccolo diavolo) e il cane Pluto. Era un gioco bellissimo, divertentissimo che durò anni e che si arricchiva sempre di nuovi particolari: alla fine avevamo creato un vero e proprio Mondo di Pluto e Satanìn.
Tutto iniziò quando mia sorella piccola trovò, non so dove, il maialino di gomma e cominciò a portarlo sempre con sè nella carrozzina giocattolo delle bambole. Lei si infastidiva se gli adulti le chiedevano come mai nella carrozzina mettesse un maiale e non il bambolotto.
Per giorni giocò da sola con questo maialino; io, che mi annoiavo e volevo che giocasse con me, ripescai da un vecchio cesto un Pluto della Disney di gomma, così potemmo giocare insieme con gli animaletti. Con il passare del tempo Pluto e Satanìn smisero di stare buoni nella carrozzina e divennero due furbacchioni combinaguai. Era divertente inventare sempre nuovi disastri che i due diabolici animali mettevano in atto con l'unico scopo di far disperare noi che eravamo le loro amiche-proprietarie. Quando il guaio era troppo grosso li minacciavamo di "portarti al canile" e "portarti al macello" e immediatamente loro si calmavano. Pluto e Satanìn avevano anche due fidanzate noiose: la Bettina e la Fiorinda che, ovviamente, erano vittime dei loro scherzi atroci e catastrofici.  Questo gioco  tra me e mia sorella andò avanti fino all'età delle superiori. Ora i due indimenticabili amici di gomma sono conservati nella soffitta della casa di nostra madre, come due cimeli. Ancora oggi, ogni tanto, ci chiediamo cosa avrebbero detto Pluto e Satanìn di questo o di quello e ci scappa da ridere.


E voi? Ricordate queli erano i vostri giochi preferiti? Li conservate ancora?


Un caro abbraccio a tutti!


G.

sabato 12 settembre 2015

Sogno di fine estate

Acrilico su carta, illustrazione di Laboratorio Oltremare


L'altra notte, mentre una fresca pioggia  cadeva sulle piante del terrazzo, io nel mio letto ero nel mezzo di un sogno che mi ha turbata. E' un sogno complicato... Vediamo se riesco a raccontarvelo in maniera comprensibile.
Ho sognato di essere morta, ma nessuno dei miei conoscenti se n'era accorto perchè una falsa Giorgia aveva preso il posto di quella vera ; tuttavia io, mentre stavo sognando, ero la vera Giorgia e provavo per me una gran pena e un forte senso di solitudine. Sapevo di essere morta mentre, tutta sola, facevo un bagno in una piccola baia isolata: ero triste perchè le persone a me care ignoravano la mia morte e nessuno mi aveva aiutata. Il sogno procedeva come una specie di racconto poliziesco, pian piano gli indizi della mia scomparsa venivano scoperti, e alla fine tutti capivano che la vera Giorgia era annegata e una sua copia ne aveva preso il posto; però a nessuno la cosa pareva strana. Anche la falsa Giorgia appariva tranquilla e parlava di me compiangendomi.

Renè Magritte, "L'impero delle luci"

Nel sogno erano presenti alcuni personaggi con valore simbolico che andrebbero analizzati e compresi in modo da avere un quadro più preciso del significato dell'esperienza onirica; purtroppo ora non riesco a capire bene il loro messaggio, ma certamente un significato c'è.

Infine mi sono svegliata in preda ad un grande turbamento, con la certezza che questo sogno sia importante. Mi era già successo in passato di fare sogni potenti e di essere sicura che fossero messaggi dell'inconscio riguardanti una strada da imboccare, un cambiamento, una necessità repressa che non può più venire ignorata (ne parlai in questo post).

Credo che l'inconscio con questo sogno abbia cercato di rappresentare il conflitto tra le mie aspirazioni più autentiche e profonde, impersonate dalla Vera Giorgia, e la vita in cui, per necessità pratiche di sopravvivenza quotidiana, mi muovo tutti i giorni, rappresentate dalla Falsa Giorgia. La vera me si sente sola ed isolata nel raggiungimento del proprio ideale di vita, frenata e castrata nella sua identità autentica (citando me stessa: la gemma adamantina nascosta infondo al mio cuore).



Opera di Angelica Privalihin


 Il sogno mi ha comunicato che non devo perdere di vista la mia strada verso l'autenticità, non devo recitare una parte che mi fa sentire morta. Non importa se gli altri non mi comprendono o si mostrano ostili: io devo continuare la ricerca di ciò che è giusto per me.

La mia verità è nella Natura.

Voi cosa ne pensate? Vi sembra giusta la mia interpretazione? Vi è mai successo di trovare soluzioni ai vostri dubbi attraverso i sogni?


Felice domenica a tutti!



G.