mercoledì 9 marzo 2016

Le Genti Beate



Oggi abbiamo piantato le violette nei vasi sul terrazzo. Fa ancora freddo e le montagne che abbracciano la mia città sono imbiancate dalla neve caduta più volte negli ultimi giorni.

Anche sulla mia casetta in Lessinia è scesa la neve, e una delle scorse notti c'è stata una piccola bufera.


Foto di Roberto Nordera

Nonostante le nevicate, sono finalmente iniziati i lavori di ristrutturazione interna (evviva!!! applausi!!!); insomma, dopo tre anni di tira e molla adesso si lavora concretamente e abbastanza velocemente.
 La scorsa domenica, dopo cena con un tempo da lupi, abbiamo preso la macchina e siamo saliti in Lessinia a curiosare. Tirava vento e pioveva forte. L'ultimo tratto di strada a tornanti che va dal paese  alla frazione dove è situata la Casetta passa in mezzo al bosco, la sera è molto buio... Da un momento all'altro ti aspetti che dagli alberi esca un animale o qualche strana creatura della foresta. Quella sera il borgo era deserto, si udiva solamente il rumore della pioggia e quello delle acque scroscianti del torrente che scorre attraverso le case tagliando a metà il villaggio. Un tempo inclemente ed un'atmosfera misteriosa e ben poco accogliente, insomma! Eppure a me piaceva tantissimo.


Il torrente in una giornata di sole

Sentivo il respiro del grande bosco attorno e la forza antica delle montagne scure.
I vecchi montanari credevano che proprio in questa foresta vivessero le Genti Beate, misteriose creature, un po' fate e un po' streghe, protettrici della montagna, sospese tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Con gli abitanti del posto si comportavano in modo imprevedibile: a volte erano buone e si rendevano disponibili ad aiutare le donne nei lavori di tessitura, altre volte rivelavano la loro indole di streghe facendo scherzi macabri ai danni dei mortali. Famosa nel borgo è la leggenda della spaventosa processione della Notte dei Morti, durante la quale si possono vedere le Genti Beate scendere dal bosco ed inoltrarsi tra le case, procedendo in fila indiana, tutte coperte da lunghi mantelli con il cappuccio, in mano ognuna di loro regge una fiaccola.



 Una sera, durante una fitta nevicata, un uomo che stava rincasando a tarda ora, si imbatté nella misteriosa processione. Spaventato, si nascose all'interno di una vecchia stalla; dalla finestra poté osservare la lunga fila delle Genti Beate camminare silenziosamente tra le case. L'ultima strega, mentre si trovava a passare dinanzi alla casupola, inciampò e cadde perdendo la sua fiaccola. Allora l'uomo uscì lestamente dal suo nascondiglio e se ne impossessò, e con quella torcia riguadagnò in fretta la via di casa. Il giorno successivo, il sole del mattino rivelò all'uomo un'orribile sorpresa: il suo trofeo altro non era che un braccio umano carbonizzato!
Talvolta la torcia può prendere vita ed indicare insistentemente un luogo preciso nel bosco, allora lì bisogna scavare per trovare un antico tesoro. Molto spesso, però, il macabro oggetto sottratto alle Genti Beate è fonte di guai e disgrazie per il malcapitato che lo raccoglie; perciò si deve attendere la processione della Notte dei Morti dell'anno successivo e riconsegnare la fiaccola all'unica strega che ne sarà priva.


Opera di J.W. Waterhouse

Vi ho messo paura?
Non ne dovete avere.
 La Lessinia è una terra magica, ricca di leggende che ammoniscono l'uomo, lo invitano ad avere  rispetto di questi luoghi, rispetto di Dio e degli spiriti che dimorano negli elementi naturali. Se l'uomo saprà stare al proprio posto non gli accadrà nulla di male, se invece si dimostrerà prepotente ed avido non ci sarà gioia per lui.




G.